Il leader delle UCI Mountain Bike World Series di Downhill è stato a Daolasa per studiare a piedi le linee della Black Snake, la pista che non ha mai domato nella sua gloriosa carriera. Il campione francese ci riproverà sabato 15 giugno. "È unica e speciale, qui si respira la vera essenza di questa disciplina"
Dalle parole di Loïc Bruni non si direbbe che la Val di Sole gli abbia regalato finora più delusioni che gioie. Dopotutto, il segreto dei campioni è quello di mettersi continuamente in discussione, nonostante la bacheca piena di titoli e vittorie.
Sabato 15 giugno, in occasione della tappa italiana delle WHOOP UCI Mountain Bike World Series, Bruni vuole rompere l’incantesimo con la Black Snake, la pista simbolo della Val di Sole e del Downhill a livello mondiale, bestia nera che però tanto dice di amare e rispettare. Una pista diversa dalle altre, dura, selvaggia, perfetta sulla carta per esaltare la classe del 30enne di Nizza, ma che per diversi motivi ha respinto le sue ambizioni al mittente. Proprio per questa ragione, Bruni ha voluto recarsi in Val di Sole con anticipo, per studiarla da vicino, seppur a piedi e non in sella alla sua MTB, e cercare la chiave per decifrare la Black Snake.
“In Val di Sole, per una ragione o per un’altra, non sono mai riuscito ad esprimermi al mio livello”, ha ammesso Bruni. – “Credo di dover cambiare qualcosa nella gestione della gara, in particolare nel lavoro di braccia e nell’approccio alle sezioni più complicate. La Black Snake si adatta al mio stile di guida ma non sono mai stato bravo a interpretarla. Poi chiaramente, un po’ di timore c’è sempre quando si affrontano percorsi così complicati: mi sono promesso di essere più positivo e spero che questo mi aiuti a rompere questo incantesimo”.
“La nuova sezione Red Bull mi sembra molto bella, dovremo essere bravi a trovare la linea tra le rocce. Questa è la parte del percorso dove solitamente inizio ad accusare dal punto di vista fisico, sono felice sia cambiata”.
“Gareggiare in Val di Sole è speciale,” ha proseguito Bruni. “il bosco è meraviglioso, è tutto così naturale, impossibile trovare di meglio. La Black Snake per me è la vera essenza del Downhill. Poi chiaramente anche il nostro sport si è evoluto verso percorsi meno naturali e più semplici, però è bello tenere in vita gare come questa, con le sue peculiarità, senza stravolgerla per renderla più simile ai percorsi moderni”.
Bruni viene da un inizio di stagione stellare, caratterizzato dal successo di Fort William che l’ha catapultato in vetta alla classifica di specialità. “L’imperativo è mantenere questo trend. Non voglio cadere e farmi male. Chiaramente sto cercando di adeguare gli allenamenti in base ai percorsi che devo affrontare. Ora vorrei giocarmi le prime posizioni anche in Val di Sole, ma in generale l’obiettivo è riuscire è lasciare ogni sede di gara sentendomi soddisfatto di quello che ho fatto”.
“La concorrenza è agguerrita, ci sono fra 5 ed 8 rider in grado di vincere qualsiasi gara. Finn Iles e Jordan Williams sono sempre davvero forti in Val di Sole, così come Loris Vergier e Troy Brosnan. Poi in generale, i giovani ora sono più pronti. Gli Juniores sono vicini ai nostri tempi, dimostrano di essere bravi, preparati e veloci. Per questo è molto più difficile per i trentenni come me tenere il passo. Per me è una grande sfida essere veloce come loro”, ha concluso Bruni.