Ogni sport ha la sua gara simbolo. Quella che in caso di vittoria garantisce la gloria sportiva eterna, senza la necessità che ci sia per forza in palio una medaglia Olimpica o Mondiale.
Se nello sci, questo “primato” spetta alla Streif di Kitzbuhel, nel Downhill, adrenalina e coraggio sono sinonimo di Blake Snake. La creatura di Pier Paolo “Pippo” Marani ha compiuto nel 2018 i suoi primi vent’anni di vita, ma il fascino resta immutato.
Per gli specialisti del DH, la Blake Snake è amore e odio, una sfida contro le leggi della fisica e della forza di gravità. Un “mostro” in grado di presentare un conto salato alla minima sbavatura.
I numeri (540 m. di dislivello per 2400 m. di lunghezza, pendenza media 22%, massima 40%) non rendono giustizia alla difficoltà del tracciato. Val di Sole The Hell, Shimano Rocks, Giant Jump sono nomi che fanno già parte della storia del DH mondiale.
Fra gli uomini, lo scorso anno si impose Jackson Goldston. Fra le donne non mancherà lo spettacolo, con grandi nomi ai nastri di partenza, a partire dalla vincitrice dell'anno scorso Valentina Holl e dalle italiane Eleonora Farina e Veronika Widmann.
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